mercoledì 23 maggio 2007




Sei stata un'alba improvvisa nella notte polare,
una bomba atomica esplosa nel bel mezzo del mio deserto.

sabato 5 maggio 2007

relatività...




Qualche tempo fa ero a lezione di psichiatria; la prima lezione. E come ad ogni prima lezione che si rispetti, il prof ha iniziato con un’introduzione didattica e storica della psichiatria,che ovviamente non sto qui a riportarvi; a un certo punto della lezione, il suddetto prof ci ha spiegato il concetto di normalità in psichiatria dicendo che "la normalità, nella psichiatria, si intende come un concetto statistico della norma". Lo so, non ci avete capito niente e neanche io ci avevo capito qualcosa all’inizio, fino a che il prof non si è esibito in una spiegazione tanto chiara quanto spiazzante, e che mi ha fatto pensare non poco; in sostanza ciò che in un certo luogo, in una certa cultura è normale, anche per la psichiatria , di quel luogo o appartenente a quella cultura, è normale. Per fare un esempio, se per un popolo X sentire le voci dei defunti che parlano dall’aldilà è normale, di buon auspicio, allora colui che sente queste voci non è da considerarsi pazzo, bensì del tutto normale, anzi addirittura una persona privilegiata, da rispettare. Per contro è ovvio che una cosa del genere in una società come la nostra, occidentale, ciò non può assolutamente essere tollerato e considerato normale, al contrario parliamo a quel punto di pazzia; la persona che accusa questi sintomi (è così che sentire le voci viene definito nell’ambito della psichiatria occidentale) è da curare, da seguire, da aiutare, in casi estremi da rinchiudere. Perché per tutti noi un fenomeno del genere è quantomeno ridicolo, ci fa sorridere; nessuna persona sana di mente andrebbe mai a dire in giro di sentire delle voci, dovunque esse provengano, proprio perché verrebbe deriso, additato, emarginato e noi tutti conosciamo esempi reali di questo tipo di persone; nel nostro piccolo paese ce ne sono stati più di uno. A questo punto la riflessione che facevo quel giorno a lezione era più o meno questa: ma allora anche il concetto di pazzia è relativo alla società in cui viviamo? E come facciamo a decidere che la nostra concezione di pazzia è più giusta di quella di altri popoli? E perché una persona che dice di sentire le voci in Italia va curata, mentre una persona che afferma lo stesso ma che vive in un paese X è più che normale e viene elevato al rango di persona privilegiata? Tutto ciò è a dir poco sconcertante.

giovedì 3 maggio 2007

alcune foto del più bel concerto rock dell'ultimo periodo, ovvero Julie's haircut live at Wake up!










le altre le potete trovare sul mio Myspace






mercoledì 2 maggio 2007

essere così e volersi di-versi......

quello che non c'è

mi manca la mia biciclettina azzurra pieghevole, mi manca il vecchio mini chic, mi manca il grande bar adibito a sala giochi per cugini, mi manca il canneto, mi mancano le camere d'aria utilizzate come elastico per le fionde, mi manca l'altalena appesa alla scalinata, mi manca la farina che vola giù dal pianerottolo, mi mancano le mele rosse, mi manca il camino grigio, mi manca la scala a chioccia, mi manca la caldaia che sembrava un orco, mi manca la brecciolina, mi mancano i grilli parlanti, mi manca quell'odore, quel profumo, mi mancano gli occhi azzurri, mi mancano i capelli bianchi, la pelle divorata dal sole, la pompa dell'orto, le nespole, mi manca la terrazza, mi mancano gli spiedi usati come fioretti, mi manca il pendolo, mi manca il coccio pieno di monetine, il bicchiere pieno di caramelle "spiritose" e il buffet pieno di medicinali, la bottiglia di Fernet vecchia di decenni, la bottiglietta di caffè del giorno prima, la cassa di metallo piena di attrezzi, i fustini dei detersivi da suonare come una batteria, mi manca la libertà di sognare a occhi aperti. mi manca quello che non c'è più...