lunedì 29 gennaio 2007

Sergio

I miei occhi incrociano ogni giorno occhi estranei, occhi assonnati, occhi frettolosi, occhi distratti, occhi timidi, occhi spenti, occhi freddi. Io non so come sono i miei occhi quando incrociano altri occhi. Li proteggo, li nascondo dietro grandi occhiali neri.
Perché?
Perché non voglio che si scopra chi sono.
Chi sei?
Sono uno che si sente solo, che non crede molto in quello che fa ogni giorno o quasi, uno che vorrebbe dare molto ma che dà poco, e di questo incolpa quasi sempre gli altri e quasi mai se stesso.
Ma è così difficile dare?
Beh, in fondo non so neanche cosa, ma si dice che tutti abbiamo qualcosa da dare. Spesso mi capita davvero di avere qualcosa da dare, o da dire, ma non ho nessuno cui dare o dire; allora tengo tutto dentro. Ma certi giorni proprio non ce la faccio, e vorrei prendere un paio di quegli occhi che incontro per strada e dire “Chiunque tu sia guardami, e guarda cosa ho proprio qui, dentro di me per te, e se vuoi prestami le tue orecchie e ascolta quanto ho da dirti”. Ma tutto questo non accade mai.
Perché?
Non so, forse la colpa è mia, forse non consento alla gente di avvicinarsi abbastanza a me, o a volte per niente, o forse sono gli altri che non hanno voglia di ascoltarmi? Non saprei dire. Mi capita di non riuscire a comunicare con chi ho intorno e questa incomunicabilità tende a farmi isolare, chiuso in un guscio impenetrabile. Ogni tanto qualcuno bussa, si affaccia, ma il più delle volte va via, non so se più deluso o spaventato o che...
Tutto ciò è triste…
Fatto sta che la gente che ho intorno mi sembra tremendamente superficiale, vuota, poco interessante, insignificante. Ma chi lo sa che ciò non dipenda dalla mia pigrizia nell’indagare la psiche delle persone che ho tutt’intorno. In effetti non posso certo dire di avere il desiderio di conoscere a fondo qualcuno, piuttosto il contrario. Mi va sempre meno. E questo si riflette nei miei rapporti con gli altri.
Cosa intendi dire?
Sono sempre meno i ragazzi che si interessano di arte, di musica, di fotografia, di cultura; ragazzi un po’ più profondi del normale, che non rientrino nel limite “acque sicure” indicate dalla “boa rossa società moderna”; la gente è sempre più propensa al frivolo, all’estetico fisico, al materiale, all’apparire prima dell’essere, all’apparire Per essere. E di questa gente ne ho piene le tasche; se il prezzo da pagare per una scopata è questo, preferisco astenermi a vita, preferisco essere solo con me stesso, con la mia mente finché non mi gioca brutti scherzi, e qualcuno di quelle rare perle che quest’oceano di inutilità mi regala, quelle poche persone che possono capirmi, o solo ascoltarmi, o solo stare lì a far niente.
Sempre meglio che scendere a compromessi col mondo.
Ciao.

7 commenti:

hewingmay ha detto...

sentirsi così spaventa...
si deve tener duro,arriverà qualcuno esattamente come tu lo vuoi,come lo vogliamo.

strategie ha detto...

sergio non è spaventato, forse un po'. è molto triste. la ricerca di qualcuno che ci possa capire non può durare all'infinito: o troveremo qualcuno, o ci stancheremo di cercare. gli auguro, e lo auguro a tutti, che finisca con la prima ipotesi.

Anonimo ha detto...

Sergio non è solo.
Sergio è vivo: è un respiro profondo prima del vuoto.

esplanade ha detto...

posso essere sergio? dai mikè....ti cedo il mio Luca (che poi è molto simile al sig. sergio come attitudini)...facciamo uno scambio?

strategie ha detto...

si può fare, l'importante è che io non faccia la stessa fine di luca. mi dispiacerebbe un po'...

esplanade ha detto...

...nell'impersonificazione non è prevista la fine drammatica, tranquillo.
ps. mkè staser m vaj a vdè i franklin delano. steng quas cuntent.

Anonimo ha detto...

...."è da tanto tempo che cercavo qualcuno,e questo incontro è un segno che cercavo proprio voi e che ci era destinato di incontrarci ora.adesso nella mia testa si sono aperti mille torrentie io devo rovescire fuori fiumi di parole,altimenti soffoco"....